venerdì 17 aprile 2009


Abbasso il finestrino di qualche centimetro. L’aria entra violenta e cerca di portarmi via i pensieri. Davide è seduto al mio fianco, non parla, se ne sta con le mani strette sul pacchetto di sigarette e guarda al di là del vetro. Resta in quel silenzio determinato di chi non ha più niente da dire.
Ogni tanto mi volto dalla sua parte. «Perché lo stai facendo?», sussurro.
Lui risponde senza guardarmi. «Ne abbiamo già parlato. Ho deciso e basta.»
Non lascia speranza alle parole.

E ora guardati lì. Vestita di bianco, avanzi e sorridi.
Cosa c’è di speciale? Niente, mio Amore. Siamo come tutti gli altri.
Il tuo primo bacio nella mia mano e la tua lingua a cercare le mie dita, esattamente come milioni di altri amanti.
Alberghi, stanze e stelle. Io impazzivo di desiderio.